Questo è un mondo dove l'acqua e la terra sono sempre stati intimamente connessi. L'un dentro l'altra. Per secoli è stata palude. Foreste, radure, stagni e canali, fiumi che morivano nel nulla degli stagni, senza mai vedere il mare. E lì, in mezzo alla putrefazione continua, vivevano animali e uomini. O almeno, quei pochi che ci riuscivano, sopravvivendo a stenti e malaria.
Poi è stata la bonifica. Centinaia di chilometri di canali artificiali, scavati dall'uomo a convogliare le acque, a guidarle verso il mare, per liberare la terra dalle stesse. Per poterle utilizzare. Per coltivare ed allevare. Un impresa ingegneristica e costruttiva titanica, di cui qui ancora ci sono segni evidenti, senza i quali tutto tornerebbe come prima. Quelle idrovore all'interno delle opere di presa, che sollevano le acque per far si che arrivino a sfociare in mare.
E questi edifici sono lì, in mezzo alle campagne, come guardiani della nostra possibilità di continuare ad esserci.
E questi edifici sono lì, in mezzo alle campagne, come guardiani della nostra possibilità di continuare ad esserci.
Opere di presa lungo il canale Linea-Pio
Acquerello e matita
Aprile 2008