Berlino 2008. Fa caldo in questo fine luglio. Caldo ed umido, tanto umido che alla fine riesce anche a piovere un po'. Mi affaccio alla finestra dell'albergo. Siamo tra il Checkpoint Charlie e Potsdamer Platz, in Anhalter Strasse. Sul limitare di quello che era il muro. Un luogo che mi sembra un crocevia di storie, accadimenti, fatti. Per lo più tragici.
Davanti a me vedo un cantiere dove si lavora per riportare alla luce quella che qui chiamano la "Topografia del Terrore", in pratica un insieme di garage e stanze interrate dove venivano interrogati o smistati dalle SS, i prigionieri politici o gli ebrei che sarebbero finiti in qualche campo di concentramento.
A lato c'è quel che rimane (una parte di facciata o poco più) della stazione ferroviaria di Anhalter, uno dei tanti capolinea da cui iniziavano i viaggi solo andata verso i lager. C'è un pannello, con una lista. Una data ed un numero. Una data ed un numero. Ed è impressionante la lunghezza della lista. In ogni riga quando e quanti son partiti quel giorno, per tutti i giorni. 100, 150, 200, 100 ... fino ad arrivare ad un totale di 50.000.
Poco più in là, verso destra, vecchi caseggiati nazisti cupi e grigi, squadrati ed anonimi, intervallati dai non migliori edifici della ex Germania Est. E poi oltre il Checkpoint, la Torre della televisione di Alexander Platz. E poi ecco i nuovo palazzi. Vetro e cemento. Altezza. Luci e colori. Quasi, anzi sicuramente, a contrasto. Per cercare in qualche modo di riprendersi la vita.
Berlino - La vista dal SuiteHotel di Anhalter StrassePentel Brush Pen su MoleskineLuglio 2008Calabria 2008. Anche a Spiagge Rosse fa caldo. Anche qui è umido, almeno oggi, che è pieno agosto. Ma c'è vento. Che brucia l'erba e la rende secca. E il vecchio chiosco di legno abbandonato che sta lì da anni, sempre uguale nel suo sfacelo. E si consuma un poco di più ogni anno, col vento.
L'unica cosa che cambia è la quantità di cartacce e bicchieri di carta abbandonati che lì si accumulano. E ti dispiace vedere un luogo così bello, con un mare così azzurro e limpido, e però così abbandonato, non curato, quasi a sfregio. Come se chi ci vive provasse un sottile piacere a violentarlo.
Ogni volta mi chiedo "perchè?". Ma non so darmi una risposta. E nessun altro me la da.
Calabria - Capo Rizzuto - Abbandoni a Spiagge RossePilot G-Tech-C4 su MoleskineAgosto 2008Pentel Brush Pen su Moleskine
Colonna sonora dell'estate:
- Bahamut di Hazmat Modine, gruppo blues di New York con forti venature dell'Europa dell'Est.
- Come on Feel the Illinoise di Sufjan Stevens