Arrivati ad Istanbul, telefono subito al mio amico che non conosce il turco. Ci dovremmo vedere la sera a cena, perchè il giorno dopo volerà a Teheran. Purtroppo a causa di un contrattempo la cena insieme salta, ma al telefono ci racconta di alcuni piccoli luoghi vicino al nostro albergo dove andare a curiosare.
E così usciamo subito, e proprio in fondo alla strada c'è uno scrigno di bellezza unica. Una piccola moschea popolare, con davanti un giardino che sembra incantato, pieno di piante ombrose e circondato da portici con divani dove si può stare a prendere il the, leggere e godersi la calma ed il fresco.
Poi usciamo da lì, e sulle panchine davanti alla moschea incontriamo due anziani signori con la barba bianca e cappellino intenti a chiacchierare e a togliere le infiorescenze da foglie di tiglio. Inizia allora con loro un dialogo fatto di gesti e di parole nelle nostre rispettive lingue. Nessuno di noi capisce ciò che dice l'altro, ma ci capiamo benissimo a gesti su cosa sono e a cosa servono i fiori di tiglio. Alle tisane calmanti per la gola che se ne traggono. E che belli i loro sguardi così fieri, e che sorrisi hanno questi due anziani signori, così belli da chiedergli di poterli fotografare.
E così usciamo subito, e proprio in fondo alla strada c'è uno scrigno di bellezza unica. Una piccola moschea popolare, con davanti un giardino che sembra incantato, pieno di piante ombrose e circondato da portici con divani dove si può stare a prendere il the, leggere e godersi la calma ed il fresco.
Poi usciamo da lì, e sulle panchine davanti alla moschea incontriamo due anziani signori con la barba bianca e cappellino intenti a chiacchierare e a togliere le infiorescenze da foglie di tiglio. Inizia allora con loro un dialogo fatto di gesti e di parole nelle nostre rispettive lingue. Nessuno di noi capisce ciò che dice l'altro, ma ci capiamo benissimo a gesti su cosa sono e a cosa servono i fiori di tiglio. Alle tisane calmanti per la gola che se ne traggono. E che belli i loro sguardi così fieri, e che sorrisi hanno questi due anziani signori, così belli da chiedergli di poterli fotografare.
E mentre A. li fotografa e continua il dialogo surreale con loro, mi siedo in un angolo del cortile e traccio velocemente l'unico minareto che sovrasta la Piccola Santa Sofia.
Küçük Aya Sofya Camii - Istanbul
Acquerello e Matita su carta Moulin du Coq le Rouge
Giugno 2008
4 commenti:
ooh il minareto....mi ricorda un dancalo un marinaio e un beduino...
:D
molto suggestivo...dopo essermi trovato per sbaglio in algeria, nel periodo in cui sgozzavano decine di persone tutti i giorni, passai una notte nel deserto senza entrare nei villaggi... ricordo solo un minareto piccino piccino che intravedevo lontanissimo,dietro le dune colorare di arancione e poi un suono meraviglioso....
a testa bassa e maledicendo la fottuta guida che aveva scazzato strada mi addormentai sperando di rivedere il giorno....
un momentone.
Ciao Luc!
Non sai quanto ti invidio...
Ma scusa, tu che sei sempre in viaggio con pennelli e taccuino non sarai mica un babypensionato?!?
^-^
@vale > ;^)
@mastro > brrrrrr ... però immagino il colore ...
@subst > beh, magari fossi [baby]pensionato. per ora sono ancora al pezzo a faticare, ed ancora per qualche anno almeno (a meno di eventi straordinai che difficilmente accadono, visto che non gioco mai a lotto e simili).
è che quando vado fuori porto sempre carta e colori con me. e poi perchè SEMPRE in viaggio ... solo un paio di volte l'anno, in fondo.
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