Era la metà degli anni '80. Ancora non si era trentenni, e si andava in kayak. Non che fossimo bravissimi, ma ci divertivamo a scendere fiumi e torrenti.
Un giorno con noi venne un ragazzo abbastanza più giovane di noi. Si chiamava Giuseppe, anche se lui diceva "Pippo". Avrà avuto 17-18 anni, ed era bravo ed audace. Ci si vedeva per andare in kayak e fuori di lì poco, che l'età era differente e quindi anche forse gli interessi.
Era timido Pippo, e a volte silenzioso. Ma estroverso ed appassionato di sport estremi. Roccia, salto dai pont con l'elastico, sci alpinismo. Insomma un po' temerario.
Poi ci si è persi di vista, saranno una decina d'anni che non lo vedo ...
Oggi è primo d'agosto 2010. Su Repubblica c'è un articolo che parla della strage di Bologna. Era il 2 agosto 1980, Stazione di Bologna Centrale. Pippo era lì. Come recita l'articolo "Giuseppe Soldano, 14 anni, andava a Merano per un corso di canoa; con il padre. Era in stazione. Il padre gli disce "aspettami qui, vado a prendere dei panini". Sono le 10:25. Il boato è enorme, tutto crolla e salta. E morte tutto intorno.
Il padre, torna sconvolto a cercare Pippo, nella confusione delle macerie, e vede il suo skateboard. Scava con le mani, e lo trova, Pippo. E' ferito, ma vivo. Poi l'ospedale ... e poi la rimozione.
...
Non ne ha mai esplicitamente parlato di questi fatti. Del dolore, delle sensazioni e delle emozioni. Solo qualche vago accenno. Era ed è una cosa enorme. Che fa troppo male. E che sfugge ad ogni logica. Anche spietata. Morire o rischiare di morire così, per un perchè reale che non si è mai conosciuto, è qualche cosa che non si riesce ad accettare.
Grazie Giuseppe, detto "Pippo", per avere acconsentito di diventare testimonianza vivente. per non dimenticare mai quegli avvenimenti. Per non fare come i nostri attuali governanti.
4 commenti:
Bravo! (non riesco a dire altro ...)
mia madre mi racconta sempre che l'1 Agosto 1980 eravamo alla stazione a Bologna, nella sala d'aspetto, alle 10 di mattina. Andavamo al mare, come sempre, partendo da Verona verso Napoli. Il giorno dopo ha acceso la televisione, ed e' rimasta basita, silenziosa a guardare ste immagini.
Pace a chi c'era il 2 agosto e non ne e' uscito. Pace a Pippo e agli altri co sto coraggio. Speriamo che un giorno trovi pace anche sto paese che c'abbiamo per le mani.
Lo ricordo bene, quel giorno.
Salivo col treno da Roma al Nord pochi giorno dopo ed era solamento per fortuna che il mio viaggio non mi portava a Bologna il 2 agosto.
Pippo è un mio amico. Con lui ne ho passate di notti all'aperto negli scout. Notti a sognare le Avventure che ci aspettavano. Dopo l'attentato sono stato al mare con lui ed i suoi genitori. Dormivamo in un piccolo camper e ricordo, aprendo gli occhi, le sue braccia ingessate, le dita ricoperte di croste ed il forte odore di bruciato che ancora emanavano. Ma gli occhi di Pippo guardavano già avanti, alle nostre Avventure, quelle che ci aspettavano non appena sarebbero spariti quei gessi e quei terribili ricordi...
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